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15 febbraio 2004. Nel Salento la giornata è piacevole, la primavera sta per bussare alle porte dell'inverno e da noi il sole è già bello caldo e forte nel cielo.

Lo stadio Via Del Mare è pieno come nelle grandi occasioni. Il Lecce di Delio Rossi si è ripreso grazie agli acquisti di gennaio ed ospita il Milan di Ancelotti, ancora campione d'Italia in carica.

I rossoneri hanno una rosa fortissima, piena di fenomeni e arrivano nel Salento con la convinzione di chi è più forte e sa che in qualche modo vincerà.

Al minuto 19, però, Javier Ernesto Chevanton, un ragazzo intraprendente con la maglia 19 sulle spalle e due piedi illuminati da Dio, spiega ai rossoneri in campo che quel giorno la scena se la vuole prendere tutta lui.

Il Lecce beneficia di un calcio di punizione dal limite dell'area di rigore. La barriera del Milan è composta da Pirlo, Kakà, Shevchenko, Nesta, Seedorf, Gattuso e Cafu, mentre in porta c'è Dida, in quel momento il miglior portiere del mondo.

Chevanton parte e calcia perfettamente, con il pallone che scavalca la barriera e si insacca alle spalle del portiere brasiliano. Il Via Del Mare è in estasi, il Lecce in vantaggio e Chevanton il vero protagonista di giornata.

Alla fine quella gara terminerà 1 a 1 ma i giallorossi riusciranno nell'impresa di salvarsi, fermando tutte le grandi del nostro campionato nel girone di ritorno. 

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