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Ieri in conferenza stampa il presidente Saverio Sticchi Damiani ha parlato di progetto triennale. Triennale come l’accordo con Pantaleo Corvino e come il piano di consolidamento di questa società nella massima serie, che dipenderà parecchio da quello che accadrà nelle prossime tre stagioni. Salvarsi sempre significherebbe crescere anno dopo anno, un mattoncino alla volta per costruire solide fondamenta nella massima serie italiana. Qualcosa che non è riuscito alle precedenti proprietà.

Di progetto triennale, a dire il vero, avevamo già sentito parlare. Subito dopo la retrocessione in Serie B giunta con Liverani in panchina e Mauro Meluso come direttore sportivo, il numero uno giallorosso, nella conferenza stampa di presentazione di Pantaleo Corvino, aveva anticipato che il nuovo corso avrebbe avuto una durata medio lunga, esattamente di 3 anni. Si parlava di Serie A in tre anni, di ringiovanimento della rosa in 3 anni, di abbassamento del monte ingaggi in 3 anni e, soprattutto, di crescita del settore giovanile in 3 anni. All’epoca un progetto su base triennale sembrava già azzardato, ma la proprietà era consapevole dei sacrifici da compiere e del lavoro dal svolgere e per questo tutti sembravano pronti a raggiungere l’obiettivo in quel lasso di tempo.

Inutile dire che da quel giorno il Lecce ha bruciato le tappe sotto tutti i punti di vista. Ha conquistato promozione e salvezza in Serie A con giocatori giovani e di proprietà, con il monte ingaggi più basso della categoria ed una Primavera che soli pochi giorni fa si è addirittura laureata Campione d’Italia, dopo aver vinto battuto tutti i record anche nella stagione regolare. 

Tre anni. Questa società viaggia e programma guardando sempre al futuro, senza però perdere mai di vista il presente, costruendo l’oggi giorno per giorno, puntando sulle proprie risorse e sulla forza dei propri sogni.

Dopo due settimane di festa ed un’estate passata a godersi l’annata meravigliosa appena vissuta, il popolo giallorosso dovrà rimettersi l’elmetto e scendere in campo al fianco di questa società, di questa squadra e di questo allenatore. Qui si sta lavorando a qualcosa di grande, si sta provando a cambiare davvero le regole di un gioco troppo spesso marcio e malato, ma per farlo servirà l’aiuto di tutti. 

Tra tre anni, o anche meno, l’augurio è di ritrovarci ancora qui. A parlare di nuovi progetti, di nuove sfide, di vittorie ancora più importanti. Il Salento deve credere di poter diventare grande. 

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