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Camminava in giro in macchina con un fucile mitragliatore da guerra AK-47: un uomo è stato arrestato a Squinzano nelle scorse ore, durante un controllo nella zona. L'uomo di circa 40 anni, a seguito di ispezioni dei carabinieri, aveva anche altre armi occultate nella sua casa oltre a della droga.

Il controllo svolto dai carabinieri delle stazioni di Squinzano e Trepuzzi e ordinata dal comando provinciale dei carabinieri di Lecce, si incastra nelle indagini in corso per individuare di risalire agli autori dell’omicidio del 42enne Luigi Guadadiello, accaduta lo scorso 13 giugno.

I carabinieri dopo aver requisito l’AK-47, hanno trovato nell'abitazione anche un fucile da caccia a canna mozza, una pistola a tamburo con matricola abrasa, molteplici cartucce vario calibro e circa 400 grammi di hashish. Ora l’uomo di trova nel penitenziario di Borgo San Nicola, a Lecce.

Sempre nelle vie di Squinzano, nel pomeriggio di ieri, è avvenuta anche una sparatoria: secondo quanto si è venuto a sapere diversi colpi di arma da fuoco sono stati fatti partire contro l’abitazione di un uomo di 29 anni di Erchie. Ignoti hanno sparato contro l’alloggio di via Crispi di un ragazzo, già noto alle forze dell’ordine. Al momento i carabinieri che indagano sull’accaduto non parlano, dai primi riscontri non ci esisterebbero persone ferite.

Agguato a Squinzano, dopo gli spari un calcio sferrato alla vittima agonizzante: l'episodio dello scorso 13 giugno

Un calcio alla vittima riversa per terra e in fin di vita e poi la fuga dei killer in auto. Sono stati questi gli ultimi attimi dell’agguato mortale ai danni del 42enne Luigi Guadadiello, catturati martedì sera dalle sei telecamere di videosorveglianza installate sull’abitazione di via Donizetti a Squinzano. Immagini al vaglio degli inquirenti che indagano per risalire agli autori e al movente dell’omicidio.

L'AUTOPSIA CONFERMÒ: FATALI DUE COLPI AL COLLO E ALLA GAMBA

Dopo aver ascoltato alcuni testimoni, e tra questi anche la compagna dell’uomo che ha assistito terrorizzata alla scena, i carabinieri a caccia di indizi analizzano anche le celle telefoniche della zona, per conoscere spostamenti, contatti e possibili telefonate ricevute o inviate da Guadadiello nelle ore precedenti l’agguato.

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