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di Emanuele Rizzo

Ho conosciuto Mancosu in un Lecce Club a Roma. Era il maggio del 2019 e il Presidente del Club aveva organizzato una festa per celebrare la promozione in Serie A. Il Capitano aveva chiesto “il permesso” agli organizzatori prima di partecipare alla serata, temeva di essere di intralcio…pensate un po’. E’ arrivato con la sua bellissima famiglia e ci ha fatti innamorare dell’uomo che è fuori dal rettangolo di gioco. Un ragazzo umile, estremamente educato, pulito, un padre tenero e un marito premuroso. La tv del locale proiettava i video delle gesta della storia giallorossa e lui non staccava un attimo gli occhi da lì. Per qualche minuto si è isolato da quello che aveva intorno e osservava estasiato. Noi, molto superficialmente, lo abbiamo distratto e gli abbiamo chiesto a cosa pensasse. Ci ha risposto che non vedeva l’ora di compiere imprese altrettanto memorabili con la nostra maglia e di calcare i campi più prestigiosi d’Italia. Oggi noi siamo come te quella sera, Marco: scorriamo con la mente le immagini delle prodezze che ci hai regalato, e vogliamo continuare ad ammirarti ed emozionarci insieme. Ti direi che della Serie A e della Serie B ci importa molto meno da qualche ora a questa parte, ma ti farei un torto perché le tue parole ci fanno capire che anche (e soprattutto) quello che succede su quel prato per te è Vita. 

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