Unisalento, Corvino sale in cattedra: "Vi racconto il mio metodo"
Il direttore generale dell'area tecnica del Lecce protagonista di un seminario per gli studenti di Diritto e Management dello Sport
Presso l’edificio R3 - Aula 1 del Dipartimento di scienze giuridiche (campus Ecotekne) Pantaleo Corvino, Direttore generale area tecnica dell'U.S. Lecce, ha incontrato gli studenti del Corso di laurea in Diritto e Management dello Sport in un incontro intitolato “Ieri, oggi, domani: il metodo Corvino. L’evoluzione dello scouting in Italia”.
La figura dell'uomo mercato è stata introdotta da Valeri Bojinov, sua scoperta, intervenuto in collegamento da remoto:
Corvino è un esempio non solo per tutto il Salento, ma per tutta Italia. Grazie al direttore tanti giocatori hanno fatto carriera, giocando in serie A. La cessione a 15 milioni fu un doloroso addio, ma è questo il lavoro del direttore: comprare a poco e vendere a tantissimo.
Successivamente, Corvino ha ripercorso la sua carriera:
Da giovanissimo volevo fare il calciatore, poi a causa della malattia di mio padre iniziai un percorso in aeronautica. A 25 anni mi approcciai al mondo del calcio, l’inizio di un percorso unico con tante soddisfazioni. Sono stato fortunato e oggi posso dire che la passione per questo sport mi ha dato tante soddisfazioni. Vi auguro lo stesso, ma dovete sapere che le sconfitte fanno parte del gioco, quindi ci sono salite e discese. Ci si rialza sempre davanti alle cadute, soprattutto se si è caduti in piedi.
Per poi entrare nell'argomento del seminario, ovvero “il metodo Corvino”:
Metodo Corvino ed evoluzione dello scouting sono due argomenti che si intrecciano. Ogni responsabile ha un suo modello, ognuno ha una strada per arrivare a Roma. L’unica cosa che mi manca è lo Scudetto e magari facendo altre scelte ci sarei arrivato. Il mio metodo mi ha permesso di ottenere 8 titoli italiani a Lecce nel settore giovanile. Altri titoli altrove: perchè devo cambiarlo?
È un modello che certamente ho dovuto migliorare nel tempo per restare al passo, non sono certo un integralista. Faccio uso di statistiche, documentazioni e tutto ciò che serve. I dati possono aiutare, però non determinano la mia scelta: alzo i tacchi, prima cerco in casa e poi vado all’estero. Non impongo né formazione né modulo: quando prendo un allenatore, so per certo che condivide le mie idee.
Non poteva mancare un accenno alla sua passione per il settore giovanile:
Dove sono andato ho avuto sempre la possibilità ed il dovere di gestire il settore giovanile; un lavoro complicato che ha bisogno di linee guida. Il vedere è facile, intravedere è un plus più difficile. Intravedere se un ragazzo ha prospettive è una caratteristica che mi ha sempre contraddistinto. Il talento è la capacità di fare il gesto tecnico con la massima naturalezza. Ecco perchè ora nascono meno talenti: la strada ti dava la destrezza. Al centro di tutto c’è comunque l’etica.