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Quando finisce un amore, un’amicizia o un rapporto di qualsiasi tipo, il primo momento che ricordiamo è quello dei saluti.

Marco Mancosu ed il Lecce non si sono salutati come la loro storia d’amore avrebbe meritato. La società ha deciso di puntare su altri giocatori per tentare una scalata realmente poi avvenuta. Il trequartista sardo, invece, ha scelto di andare via, non sentendosi più parte integrande di un progetto che vedeva altri come attori protagonisti. 

Il Salento, però, è una terra che non si dimentica facilmente. Soprattutto se la maglia da calcio che lo rappresenta è anche quella che si è indossata in più occasioni nella propria carriera. 180 partite, 50 gol e 31 assist. Ma, più di tutto, un doppio salto dalla C alla A, un’amara retrocessione, definita la più bella della propria vita, ed un rigore sbagliato che è costato l’eliminazione dalla semifinale play off. Tanto, tantissimo, per poter passare con facilità una gomma e cancellare tutto.

Mancosu è già tornato al Via Del Mare 

Mancosu è già tornato al Via Del Mare. Lo ha fatto due stagioni fa, quando indossava la maglia della Spal. Prima della partita è andato a salutare la Curva Nord che, qualche mese prima, aveva rotto una delle regole fondamentali che la contraddistingue da ormai più di 20 anni, dedicandogli uno striscione in uno dei momenti più difficili della sua vita. 

Quel giorno ha giocato una partita discreta, ha provato anche qualche conclusione dalla distanza ed, alla fine, ha visto il Lecce festeggiare una vittoria fondamentale, con il gol di Helgason che forse rappresenta una delle reti più importanti per quella promozione in Serie A. Chissà come sarebbe andata se lui fosse stato ancora dall’altra parte, con la maglia del Lecce, pronto a tornare nella massima serie con quei colori addosso.

Mancosu disperato dopo l'errore

Avversari? Sì, ma solo per 90 minuti 

Mancosu in Serie A ha dimostrato di poterci stare. Anzi, ha dimostrato che avrebbe dovuto arrivarci prima. Perché il talento c’era, forse sono mancati solo coraggio ed un pizzico di fortuna. Sabato ritornerà. Proprio lì, in quello che sicuramente sentirà come il suo stadio. Il Cagliari ha bisogno di punti, ma di fronte troverà un Lecce che non può fare sconti a nessuno. Marco ha giocato mercoledì in Coppa Italia e potrebbe partire dalla panchina. Sa già che la sua vecchia gente lo applaudirà, come accaduto due anni fa, la prima volta che è ritornato.

Non è vero che quando finisce un amore, un’amicizia o un rapporto di qualsiasi tipo, il primo ricordo che abbiamo è quello dei saluti. Almeno, non è vero in questo caso. Noi ricordiamo tutto. I gol, le punizioni, i rigori segnati e quelli sbagliati. Ricordiamo le lacrime di gioia e quelle di disperazione, persino la sensazione dopo quel maledetto rigore tirato alle stelle. Ricordiamo che avremmo preferito non fosse finita così. Lo avrebbero preferito tutti ma ormai fa parte del passato. Avversari in campo per 90 minuti. Prima e dopo è impossibile dimenticare tutto quello che è stato. 

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