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Quando abbiamo saputo dell’arrivo di Remi Oudin nel Salento, abbiamo subito festeggiato la notizia consapevoli della forza e della qualità tecnica dell’esterno d’attacco francese classe ’96. Lo abbiamo classificato così sebbene l’ex Bordeaux possa giocare in più ruoli con la stessa efficacia. All’occorrenza, infatti, può diventare una mezz’ala o un trequartista ed in carriera ha perfino giocato da punta centrale, sfruttando i suoi 186 cm. 

Nel Lecce di Baroni rappresenta l’alter ego di Strefezza, l’alternativa del brasiliano sulla fascia destra nel 433 o 4231 disegnato da Baroni. È arrivato a fine mercato, in una condizione fisica non ottimale ed ha avuto bisogno di tempo per entrare negli schemi tattici del mister toscano, che chiede un lavoro di grande sacrificio ai suoi esterni.

Il suo esordio è avvenuto alla quinta giornata contro il Torino. Ha giocato praticamente tutto il secondo tempo e si è disimpegnato con qualità, lasciando intravedere buone doti offuscate, però, da una mancata preparazione estiva. A Salerno, poi, è entrato di diritto nell’azione del 2 a 1 siglato da Strefezza, con un stop che sembrava facile ma che è assolutamente complicato, soprattutto in quella fase della partita. Infine, a Bologna e contro la Juventus lo abbiamo potuto vedere per più tempo in campo, finalmente studiando i suoi movimenti e ammirando la sua elagenza con il pallone tra i piedi. Le due partite appena citate sono state forse le peggiori della stagione, sia in termini di gioco che per il risultato, ma l’attaccante francese si è distinto dai suoi compagni di squadra, dimostrandosi vivo ed attivo anche in un momento di difficoltà.

Adesso, dopo uno stage con il calcio italiano lungo 5 mesi, ci aspettiamo da lui il definitivo salto di qualità. Vorremmo vedere in campo tutto quello che si dice sul suo conto, magari impreziosito da qualche gol fuori area e qualche passaggio illuminante a liberare i suoi compagni. Remi ha 26 anni, l’età giusta per dimostrare il suo valore lontano da casa. Il 2023 deve essere l’anno della sua consacrazione e deve cancellare l’ultimo amaro finale di stagione vissuto in Francia.

Questa sosta sarà stata sicuramente utile per lui. Avrà potuto lavorare con calma e conoscere meglio ogni aspetto del gioco di Baroni. D’ora in avanti dovrà rappresentare un’autentica spina nel fianco per le difese avversarie ed un valore aggiunto per la rosa giallorossa.  

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