header logo

Mai come in questa occasione bisogna fare uno sforzo e distinguere la prestazione dal risultato. Sicuramente troppi errori tecnici sotto porta ed un po' di sfortuna non hanno permesso ai giallorossi di stravincere una partita dominata contro la Sampdoria. 

Magra consolazione se si pensa che questa gara era uno scontro diretto ed i tre punti, dopo sei sconfitte consecutive, avrebbero rappresentato il toccasana per un gruppo giovane, con il morale sotto i tacchi e per la classifica. Onestamente il risultato è bugiardo oltre che negativo, mentre la prestazione non lo è. Tanti i tiri rivolti verso la porta avversaria, anche nella seconda frazione di gioco, buone trame con scambi a liberare l'uomo in condizione di battere a rete ma poi, un solo gol. Di contro una fase difensiva attenta non ha permesso alla Sampdoria di impensierire Falcone, la solita ingenuità invece ha prodotto un gol al passivo. Spesso siamo stati critici verso le scelte di Baroni ed anche con gli interpreti, non stavolta. Nonostante l'amarezza che lascia questa mancata vittoria, non riusciamo proprio a colpevolizzare il tecnico giallorosso. La squadra è tornata ad esprimersi positivamente (già contro il Napoli) lotta e corre, pressa, attacca e difende ma deve sbloccarsi psicologicamente perché quando fai trenta tiri verso la porta avversaria e produci tantissime azioni offensive non puoi prendertela col mister se le cose non vanno nella maniera giusta. 

Perchè? Va detto, senza paura di essere smentiti, che la squadra ha dimostrato di seguirlo; Marco Baroni  ha provato anche a garantire più qualità a centrocampo e negli inserimenti, infatti la sorpresa Oudin schierato da mezz'ala offensiva è stata un'ottima intuizione ed il francese ha ripagato la fiducia sul campo (sacrificandosi anche in fase di non possesso); della nuova posizione assegnatagli ne hanno beneficiato tutti. 

Il paradosso di questa giornata sta nel fatto che il Verona (la prima del terzetto delle virtualmente retrocesse) ha ottenuto lo stesso risultato dei giallorossi con più di una sostanziale differenza: il Lecce ha pareggiato in casa contro l'ultima in classifica, gli scaligeri fuori casa contro la prima del campionato. Questo è indicativo del periodo che stanno vivendo rispettivamente le due squadre: per una negativo, per l'altra positivo. 

I punti di vantaggio dei giallorossi rispetto al Verona però restano sempre cinque che, a otto giornate dalla fine, non sono pochi; non sono tantissimi ma assolutamente non pochi, ammesso che Baroni ed i suoi riescano a giocarsi questo vantaggio con intelligenza e senza paura. Ormai mancano poche partite al traguardo e ci sono ancora ventiquattro punti a disposizione per tutte quelle squadre che sono invischiate nella lotta per non retrocedere; il Lecce ha ancora la possibilità di guardare a se stesso e, solo in un secondo momento ai risultati delle altre, a cominciare dalla prossima trasferta di domenica a Milano contro il Milan. A questo punto del cammino le partite impossibili non esistono più, ormai un Milan vale una Cremonese e guadagnare punti è fondamentale a prescindere dal nome dell'avversario.

Saremo forse giudicati troppo ottimisti, però i margini di crescita che si son visti nelle ultime due partite non sono da sottovalutare e la presenza tra i dirigenti, di tanti professionisti competenti che sono anche tifosi (pensiamo a Corvino e Trinchera ma soprattutto al presidente Saverio Sticchi Damiani) è una garanzia, la garanzia che le cose verranno fatte sempre nel migliore dei modi.

"PL Talk" Monza-Lecce: ospite in puntata Lino De Lorenzis del Nuovo Quotidiano di Puglia
Frosinone-Lecce 3-1: Abisso choc. Tesoro: "Non arbitri più il Lecce"