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Così doveva essere, così è stato e chi ha coniato “volere è potere” aveva ragione.

Vittoria sporca, una partita giocata sui nervi, per alcuni tratti spigolosa per altri addirittura sportivamente cattiva, meritata ma finalmente con un po' di fortuna dalla parte di Baroni e i suoi. Neanche tanta in realtà ma quanta ne è bastata per vincere di misura, uno a zero su rigore. Inutile storcere il naso, inutile fare finta di avere il palato fine. Tre punti sono tre punti e forse di più!

Il Lecce torna a prenderli contro l'Udinese, una squadra dai valori per certi versi assoluti ma scesa al “Via del Mare” con poche motivazioni e si sa, nelle ultime partite del campionato, in alcuni casi, fa la differenza.

Il Lecce era nella classica giornata da dentro o fuori; ritrovatasi con il fiato sul collo dopo tante giornate, doveva a tutti i costi sovvertire un andazzo che la stava facendo precipitare in classifica. Contro l'Udinese non importava il bel gioco, neanche il giocare bene o meritare, contro i friulani contava vincere in qualunque modo per sbloccare una passività ormai troppo lunga.

La dedizione dei calciatori giallorossi negli ultimi minuti è stata supportata da tutto lo stadio che non voleva assolutamente perdere l'opportunità di tornare alla vittoria e finalmente, dopo i sette minuti di recupero concessi dal direttore di gara, è arrivato forse il successo più machiavellico dell'intero campionato fin qui disputato dalla squadra allenata da Marco Baroni.

In alcune partite, in determinate tappe della stagione, il risultato è fondamentale e può guarire tutti i mali.

Nel primo tempo gli undici schierati dal tecnico giallorosso risultavano essere precipitosi, fin troppo nervosi ed in alcuni tratti addirittura frenetici alla ricerca del gol, mentre gli avversari vivacchiavano in attesa dell'errore e quando decidevano di accelerare facevano paura.

L'inizio della seconda frazione di gioco è stato sulla falsa riga del finale di primo tempo, finchè Baroni, forse tardivamente, ha sostituito Colombo con Ceesay. Sarà stato un caso ma è come se la squadra si sia risvegliata, probabilmente le movenze quasi tarantolate di Assan hanno fatto da contraltare alla colpevole ed inspiegabile staticità del giovane attaccante di proprietà del Milan; i giallorossi hanno iniziato nuovamente a rendersi pericolosi finchè il rigore trasformato da Strefezza per fallo in area di rigore su Gendrey non ha messo le cose a posto. A questo punto però è accaduto che l'Udinese, fino a quel momento sorniona, si è svegliata: Sottil in panchina si muoveva come un forsennato, ha iniziato ad immettere attaccanti, i friulani annullavano i tempi morti e Falcone ha dovuto fare gli straordinari fino al triplice fischio.

Boato del Via del Mare per una vittoria sudata, per troppi turni sognata e fortemente voluta che permette ai giallorossi di respirare ed attendere i risultati delle altre squadre coinvolte nella lotta per non retrocedere.

Dire quanto possa essere importante mantenere la serie A per il Lecce ci pare superfluo; da spettatori interessati abbiamo intuito il gran lavoro che in settimana è stato svolto dallo staff tecnico e dirigenziale al fine di raggiungere il risultato e ne siamo stati certi quando abbiamo notato il presidente Sticchi Damiani seduto nella panchina suppletiva per stare vicino ai ragazzi.

Nonostante la vittoria ottenuta il campionato è ancora lungo, ci sono diciotto punti a disposizione e può succedere davvero di tutto, di conseguenza questi tre conquistati contro l'Udinese non sono altro che un importante ma ancora piccolo tassello aggiunto alla classifica del Lecce.

Vietato cullarsi sugli allori, che le esperienze negative vissute servano da monito perchè a questo punto della stagione nessuno molla niente, nessuno ti perdona niente.

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