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Il ritorno in campo del Lecce è alle porte e la ripresa riserverà un vero e proprio tour de force per i giallorossi, che in 5 giorni affronteranno prima il Milan e poi la Juventus. Entrambe le avversarie dei salentini si sono rese protagoniste già nei giorni precedenti in Coppa Italia ottenendo risultati tutt’altro che positivi; 0 gol fatti, forma fisica scadente e poche, pochissime idee hanno portato difatti i rossoneri e i bianconeri ad una debacle sorprendete e ad una conseguente bufera mediatica attorno la gestione tecnica dei due club. Tuttavia tirare un bilancio collettivo sarebbe errato poiché Milan e Juve hanno lasciato punti di riflessione ben distinti ed è necessario quindi analizzare ambedue le situazioni per gradi.

Milan: il campo riflette il contesto societario

Contro la Juventus si è visto un Milan senza anima né cuore. L’emergenza infortuni e qualche squalifica di troppo ha portato mister Pioli a schierare un’unica punta, caricandola quindi di responsabilità nel 4-2-3-1 rossoneri; è durata appena 16 minuti però la prestazione di Ante Rebic, espulso dopo un calcio volante a metà campo che ha difatti chiuso la partita del Milan. Da quel momento nulla cosmico, con Bonaventura (in scadenza di contratto e già fuori dai piani societari) inventato falso nueve e Donnarumma chiamato ai miracoli per tenere su la barca i qualche modo. Tralasciando la forma fisica che è un handicap per chiunque, il Milan ha mostrato poche idee e poca voglia di fare. Vedremo se i rossoneri si stravolgeranno in vista della sfida al Via del Mare.

Juve: il Sarrismo è ancora un utopia

Zero gol in due partite per la Juventus. No, non è la cronaca di un universo parallelo. I bianconeri alla ripresa hanno dimostrato come mai prima d’ora i limiti del proprio sistema di gioco producendo veramente poco in fase offensiva e scricchiolando davanti all’armata di Gattuso nei minuti finali. Gli uomini di Sarri si sono posti in entrambi i match come la squadra che deve subire gli avversari e ripartire, un atteggiamento inammissibile per un organico di tale blasone internazionale che ha tutti i parametri per dominare di lungo e in largo nei 90 minuti. E la situazione si aggrava se a venire meno sono proprio i singoli, i campioni che hanno sempre fatto la differenza; Ronaldo infatti si è dimostrato totalmente estraneo agli schemi di Sarri andando alle volte anche a rallentare la manovra e girando attorno ad un assente Dybala. La Juve nel complesso si è dimostrata una squadra senza ordine, un’antitesi del proprio direttore d’orchestra, e per condurre lo sprint scudetto in campionato deve indubbiamente aumentare la marcia.
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