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Bravi a cadere. Si, siamo i numeri uno a farlo. Alzi la mano chi non si aspettava questa partita e questo Lecce alla ripresa del campionato. Il pessimismo era evidente, forse esagerato, anche se poi la gara giocata ha dimostrato che chi aveva dubbi sulla preparazione fisica e sulle troppe assenze non aveva poi cosi torto. Bravi a cadere. A Lecce siamo esperti nel “cadere”, appunto, nello sconforto totale dopo una sconfitta che, seppur pesante, è arrivata contro una squadra che aveva 90 minuti in più nelle gambe e una rosa a disposizione più forte ed ampia. Quelle appena scritte non sono alibi, perché qui chi scrive non vuole scusare o difendere nessuno. Credo sia innegabile, però, che con qualche ricambio in più la partita sarebbe potuta essere quantomeno più equilibrata, anche se alla lunga i valori differenti sarebbero comunque venuti fuori. Bravi a cadere. Ecco, l’atteggiamento del giorno dopo la sconfitta è sempre lo stesso, anche dopo tre mesi di sosta dal calcio giocato. Apri i social, leggi i commenti, anche di alcuni dei protagonisti in campo ed in panchina, ascolti l’umore della piazza e per tutti siamo già retrocessi. Certo, se scendiamo in campo con la poca convinzione di ieri ed abbiamo la rosa limitata a 12-13 giocatori, la retrocessione sembra la più scontata delle conclusioni, ma la speranza, perché di quello si tratta, è che la situazione infortunati migliori, magari di pari passo alla condizione fisica e mentale di chi ieri è sceso in campo. Bravi a cadere, ma anche sfortunati nell’atterrare. L’infortunio occorso a Gianluca Lapadula è la sintesi perfetta di una stagione maledetta o, se preferite, di una partita iniziata male e finita peggio. Ci auguriamo che il problema sia meno grave di quello che sembri, anche perché adesso 20/30 giorni di stop rappresentano 10 partite ed il Lecce non può permettersi di giocarle tutte con una sola punta di ruolo. Bravi a cadere. Questa frase, messa come incipit ad ogni paragrafo di questo pezzo, è più che altro una provocazione. Non ci piace ribadire sempre che veniamo dalla C e tutto quello che accade è oro colato. Non è cosi o almeno noi non siamo abituati a ragionare in questi termini. Se siamo in Serie A e abbiamo conquistato 25 punti in 27 gare, qualcosa di buono lo abbiamo fatto, anche se nell’ultimo periodo i gol subiti ci hanno annebbiato la memoria. Nelle ultime 12 gare, in effetti, in sole 4 occasioni abbiamo visto un Lecce combattivo ed arrembante, mentre con Brescia, Bologna, Udinese, Parma, Verona, Atalanta, Roma e Milan, la squadra non è sembrata quasi mai in partita. Ora cosa fare? Bene, appurato che siamo bravi a cadere, crediamo che l’unico modo per salvarsi sia quello di rialzarsi e ricominciare a correre. Perché il Lecce che ha conquistato la permanenza in massima serie ha sempre avuto meno qualità di molte squadre presenti, ma ha corso e compensato con la voglia di vincere. Bravi a cadere, ma ora anche i primi a rialzarsi.
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