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Il Presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani, intervenuto ai microfoni di #PLRadio, spiega le ragioni per cui il Lecce non può e non deve essere sacrificato in ragione di principi e voleri diversi da regole che attualmente non siano state scritte e per decisioni prese a tavolino. La sua è una visione d'insieme non finalizzata al mero raggiungimento dell'obiettivo personale della salvezza: "Oggi i presidenti di Serie A devono provare a dare un esempio. Se noi ogni volta che ci andiamo a riunire, andiamo a dichiarare un epilogo di questo torneo funzionale alla nostra squadra non credo che faremmo una gran figura. Ecco perché io mi allineo a quello che dice la mia Lega. Se dovessi dire io cosa penso direi che spero di giocare e conquistare la salvezza del Lecce sul campo perché vorrebbe dire che la pandemia è finita e che la mia squadra si è conquistato il risultato anche perché noi a Gennaio abbiamo fatto uno sforzo economico finalizzato a questo risultato. Ecco perché a me non piace chi strumentalizza le ipotesi parlando di cristallizzazione, 20-22 squadre, eccetera, al fine di ottenere il proprio risultato. Se per caso qualcuno ci dirà che il campionato sarà interrotto e non potrà ripartire ognuno dirà la sua: a tal proposito ci tengo a ribadire che non c'è una sola ragione di classifica, tecnica , economica-finanziaria, giuridica per cui il Lecce possa essere retrocesso".   
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Pare logico immaginare che se si dovesse mai arrivare ad uno scenario simile la dirigenza di via Costadura sarebbe pronta a dare battaglia affinché le ragioni dei giallorossi possano prevalere su altri tipi di interessi e decisioni.
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