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In attesa del match di domani pomeriggio Roma-Lecce, il portale itasportpress ha intervistato l'ex di entrambe le squadre Julio Sergio Bertagnoli, portiere della Roma arrivato in prestito nel Salento nel 2011, nell'ultima stagione della Serie A. L'ex estremo difensore ha avuto parole bellissime per Lecce e la città nonostante abbia giocato solo 10 partite a causa di un infortunio. Di seguito uno stralcio. Julio,  Roma-Lecce è indubbiamente la tua partita, almeno nel campionato italiano. “Sono le squadre con cui ho fatto di più. A Roma sono arrivato con la maturità di chi ha 26 anni e da sconosciuto pian piano sono riuscito a diventare titolare per più di un anno. Il Lecce, invece, mi ha preso quando ero un portiere affermato in Italia perché avevo già 60-70 presenze in Serie A. Credo che questa sia stata la principale differenza. Poi le prestazioni sono un discorso a parte perché a Lecce non sono riuscito a mostrare le mie qualità”. Sei incappato in un gravissimo infortunio al ginocchio durante la tua esperienza salentina. È stato un problema che ha inciso tanto? “In generale credo che l’avventura a Lecce sia stata perlopiù un’occasione personale. Mi aspettavo qualcosa di diverso. Ho fatto due anni positivi. Quindi ho avuto la possibilità di andare a Parigi, ma non sono andato. Quindi mi ha chiamato il Lecce. Era una piazza che mi piaceva e in squadra aveva moltissimi grandi calciatori. Però io non sono riuscito a esprimere il mio calcio. I tanti infortuni e altri fattori mi hanno impedito di dare al Lecce il mio contributo”. Dunque il giudizio sull’avventura leccese è positivo? “È stata una delle esperienze più importanti della mia vita. Ho avuto infortuni gravissimi che mi hanno tolto gli allenamenti e la possibilità di giocare. Ma ci sono cose che i tifosi non vedono, ma sono importanti per le prestazioni. Ad esempio, mia figlia era appena nata in quel periodo. Come esperienza personale è stata molto positiva, una delle più belle della mia vita. Lecce è una città fantastica e mi sono fatto molti amici. Però calcisticamente avrei voluto fare di più. Non ci sono riuscito, ma non solo per colpa mia”. Prima hai accennato all’ipotesi si trasferirti al Paris Saint-Germain. Ora prenderesti la stessa decisione? “No, c’era un progetto particolare legato al Lecce che mi cercava come primo portiere perché ero un profilo già affidabile. Mi voleva Di Francesco. Era la situazione che doveva andare così. Non mi pento di niente. Il Paris Saint-Germain sarebbe stato un discorso diverso. Si trattava di un prestito e avrei fatto il secondo. Mia figlia era appena nata e non parlavo il francese. Forse, con la testa che ho adesso, avrei fatto una scelta diversa, ma in quel momento è stata la decisione migliore per la mia vita. Dobbiamo sempre pensare a ciò che si fa sul momento. Forse l’arricchimento personale che ho trovato a Lecce non ci sarebbe stato a Parigi. Non c’è solo il calcio, non ci sono solo i soldi. Ci sono anche cose che non hanno prezzo”.
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