header logo
In casa Lecce sono i giorni dell'analisi a freddo. Dai vertici fino allo spogliatoio si ragiona sulla situazione, con il logico bruciore che provoca una sconfitta, ma anche con l'indispensabile lucidità. Quella che suggerisce di guardare il ruolino di marcia dei primi quattro mesi della stagione: i 15 punti in classifica che hanno sempre permesso di essere lontani dalla zona rossa non devono abbassare la guardia, vanno tenuti in considerazione per un'analisi seria. Detto ciò, Fabio Liverani è il primo a non nascondere la polvere sotto il tappeto dei risultati: il suo Lecce ha dei problemi e vanno risolti. Anche la squadra ne è consapevole e la dirigenza vigila con molta attenzione, ma nessuna ansia. Ecco su cosa dovrà mettersi al lavoro il Lecce dal 30 dicembre, quando i giallorossi si ritroveranno in città.

Troppi gol incassati

È in assoluto il numero che punge di più l'attenzione: il Lecce ha un problema difensivo conclamato. Lo hanno detto gli addetti ai lavori, parlando di “errori individuali”. Lo ha ammesso Liverani nelle ultime conferenze stampa. Registrare il reparto arretrato richiede ancora tempo. Alcuni degli errori sono legati, per esempio, alla mancanza di sincronismi o a qualche impaccio nell'applicarli: lavoro sul campo e abitudine dovrebbero progressivamente migliorare le cose. Certo, il Lecce deve ritrovare lo spirito di squadra che ne ha costruito le fortune in questo ciclo: tutti devono aiutare tutti nel pressing, altrimenti non funziona ed espone troppo la difesa. E per questo non servono allenamenti, ma ritrovare lo spirito giusto.

Centrocampo povero

Se si esclude la felicissima maturazione di Petriccione, il centrocampo del Lecce è lo stesso dell'anno scorso. Mancano, infatti, all'appello Imbula e Shakhov, i due che avrebbero dovuto migliorarlo. Il primo preso per il suo grande talento qua e là, ma si sta dimostrando davvero troppo fragile e quindi poco affidabile; il secondo procede nel suo lentissimo ambientamento e finora non ha dato contributi. Se si aggiungono i problemi fisici di Mancosu e Majer, il quadro è nero. Finora Liverani ha trovato in Tachtisidis il perno fondamentale del gioco, ma il greco è stato spremuto molto, forse troppo e da un mese pare in affanno. E Tabanelli è un rompicapo: da una parte il suo contributo agonistico e atletico è indispensabile, dall'altra i limiti tecnici condizionano il giro palla nei sogni di Liverani. Trovare il vero Imbula e uno Shakhov più continuo sarebbe la soluzione ideale, ma anche il ritorno di Mancosu potrebbe risolvere qualche problemino nella gestione della palla.

Sfruttare il potenziale

I 22 gol fatti in 17 partite sono, sì, una media accettabile, ma non consona a chi può schierare Lapadula, Babacar, Falco, Farias, La Mantia e ha in panchina uno degli allenatori più  propositivi d’Italia. C’è stato un momento in cui il Lecce creava anche più di dieci occasioni da gol a partita e ne concretizzava solamente una o due. Negli ultimi tempi ne costruisce anche di meno. Bisogna dare una svolta non solo mentale, ma anche in chiave mercato. Liverani deve avere fin da subito quei 4/5 calciatori che possano garantire qualità ed esperienza in mezzo al campo, ed al tempo stesso far tirare il fiato a chi in questo momento ha portato avanti la baracca.
Ciro e Michele, eroi senza tempo
Frosinone-Lecce 3-1: Abisso choc. Tesoro: "Non arbitri più il Lecce"