Sarà un compleanno particolare quello di
Ernesto Chevanton per noi di Pianetalecce. Un nostro lettore, Matteo Maria Orlando, ha voluto infatti dedicargli delle poesie che ha scritto per lui.
* questi testi sono già apparsi nel 2016 sul litblog Nazione Indiana (www.nazioneindiana.com)
*
Ernesto diavolo della pampa
figlio della tempesta
perfetta così come la palla
spedita appena sotto la traversa
sottratta, con l’inganno l’artificio
a Frey, lasciato trafitto battuto
dal tuo nome
venuto al Via del Mare, a sabotare
il già visto il consueto, l’ordinario.
*
Ernesto il tuo destro è il buio
della ragione, è un’equazione
la regola e insieme l’eccezione;
il fondamento di una fisica domestica
principio e compendio di balistica;
preludio alla formula magica:
Dìn dòn, dìn don
ha segnato Chevanton.
*
Da quando non ci sei più
la palla è un difetto di forma
un eccesso di senso, buio
da significato. Ernesto,
caro, mi manca il volo.
*
Ernesto stamattina in Piazza Duomo
un bambino volava palla al piede
con in dosso la maglia diciannove
la tua – quella di sempre – quella
di quando da pirata quale eri
facevi scorribande al Via del Mare.
*
Ti ricordo aggredire lo spazio,
fiutare il corridoio
perfetto, puntare l’avversario
sgusciare nello stretto.
L’architettura del tocco
l’eleganza del gesto.
Com’è triste lasciarsi, Ernesto.
*
Scempio di città non riconosci
la gloria meritata dai tuoi figli,
allora mi figuro il tripudio
della toponomastica:
Via Carmelo Bene,
Piazza Bodini, Corso Chevanton.