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Sarebbe stato troppo bello, oltre che meritato, per essere vero. Il Lecce perde la possibilità di poter chiudere il discorso promozione anticipatamente ed in scioltezza, ma noi che lo seguiamo da quarant'anni, sappiamo bene che la parola Lecce fa il paio con "sofferenza". Padova-Lecce si presentava come la classica partita da vincere e basta; il Palermo, terzo incomodo nel discorso promozione diretta, aveva dato un'altra opportunità ai giallorossi pareggiando al Barbera contro lo Spezia. Niente da fare, il Padova va subito in gol, poi raddoppia, sfiora anche il terzo gol e lascia le briciole ad un Lecce irriconoscibile. Sconfitta sacrosanta e tutto rimandato all'11 Maggio al Via del Mare. Liverani compie una scelta azzardata, rimette in campo gli undici di domenica sera e si presenta subito un duplice problema: innanzitutto mentale ma poi anche fisico. Il gran caldo fa il suo e la stanchezza nei calciatori, la lentezza nei movimenti si notano immediatamente su un terreno di gioco asciutto che non permette ai giallorossi di giocare in velocità così come sono abituati a fare. L'assenza di Tachtsidis pesa come un macigno nello sviluppo della manovra. L'ottimo Petriccione che ne rileva posizione compiti, non riesce ad illuminare il gioco dei giallorossi; Mancosu sono 180 minuti che è l'ombra di se stesso, sbaglia gli appoggi ed i controlli più elementari e la prolungata assenza di Calderoni poi, non consente al Lecce di attaccare anche a sinistra. I palloni sono calamitati tutti da Falco sull'altra fascia che non riesce a beneficiare delle sovrapposizioni di Meccariello, spesso fuori tempo (non è il suo ruolo) ed è costretto a giocarsi continuamente l'uno contro due; il fantasista mette si tanti palloni in area, soprattutto di destro,ma sempre telefonati e facile preda della retroguardia patavina. Alla fine possiamo dire senza ombra di smentita che il Lecce ha perso meritatamente, nonostante la partita si sia complicata dopo 3 minuti, grazie ad un imprendibile Baraye. Questo episodio, sicuramente pesante, non può giustificare l'assenza di tiri nella porta avversaria per i restanti 93 minuti di gioco; se Minelli non sbaglia lo stop e il direttore di gara non concede il rigore, poi trasformato da Mancosu, il Lecce probabilmente non avrebbe segnato affatto. Nulla è perduto, ci sono ancora concrete possibilità di raggiungere l'agognato e meritato traguardo, a patto che non ci si senta mai più mentalmente vincitori ancor prima di giocare. Ora, con 10 giorni a disposizione per recuperare le energie e magari anche qualche infortunato (Calderoni), si potrà preparare la partita contro lo Spezia con tranquillità; la stanchezza infatti non sarà più una scusante. Anche stavolta però c'è stato qualcuno che, così come a Cremona, nonostante la sconfitta ha vinto: parliamo dei tifosi giallorossi, anche in questa trasferta presenti in massa e calorosi come sempre. Soprattutto per loro, per chi macina chilometri per amore, non sono più permessi cali di tensione.
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