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Filotto, partita e primo posto in classifica. Detto così sembrerebbe facile ed in effetti il Lecce ha dato l'impressione che lo sia stato. Vincere tre partite di seguito, segnare 12 gol e subirne soltanto uno è stata sicuramente un'impresa ma non così facile come i risultati ottenuti farebbero pensare. Dopo Ascoli e Pescara, al Via del Mare, arrivava il Cosenza. Sin dall'inizio abbiamo detto che sarebbe stata la più ostica ed effettivamente così è stato. Braglia ha imbrigliato i giallorossi nella prima frazione di gioco, poi nella seconda con Tachtsidis in campo, è stato un altro Lecce. Quanto serva il greco alla manovra di questa squadra lo noti soltanto quando non c'è. Dicevamo che nel secondo tempo il Lecce ha iniziato a “girare” come sa fare bene e per il Cosenza non c'è stato scampo. Già Tabanelli aveva pareggiato il gol preso a freddo, poi ci ha pensato La Mantia con una doppietta, assistito da Petriccione e Mancosu (magia pura quella del centrocampista sardo nel servire la punta) a mettere in cassaforte il risultato ed il primo posto in classifica. Liverani aveva il dubbio se rivoluzionare la squadra, viste le tre partite ravvicinate, oppure no. Ad un certo punto crediamo che abbia pensato di schierare gli stessi 11 che avevano ottenuto due vittorie consecutive, ma alla fine ha scelto per una via di mezzo: fuori Tachtsidis e Meccariello, dentro Arrigoni e Marino. Non sapremo mai se anche a causa di queste sostituzioni il Lecce abbia sofferto nel primo tempo, perchè non c'è la controprova, sappiamo però che Marino ha avuto bisogno di alcuni minuti prima di calarsi nella contesa, mentre Arrigoni non è riuscito ad essere il faro del centrocampo. Entrambi hanno fatto la loro parte, sia chiaro, Marino ha poi preso le misure agli avanti del Cosenza, mentre Arrigoni ha iniziato a fare legna in mezzo, contribuendo a mantenere la squadra sempre corta. Ma il vero Lecce lo si è potuto vedere nel secondo tempo, quando Tachtsidis ha preso in mano le redini del centrocampo e la squadra è parsa subito più pronta. Probabilmente anche il calo fisico del Cosenza ha contribuito (pressare sempre non è semplice e ti sottopone ad uno stress atletico non indifferente) ma il Lecce trovando spazi ha macinato gioco e non c'è stato scampo per la formazione rossoblù. I giallorossi per la prima volta hanno raggiunto la vetta della classifica, unitamente al Brescia e con una partita in più rispetto ai lombardi, anche se va detto che gli uomini di Corini dovranno venire al via del Mare nello scontro diretto. Non sapremo mai se questa posizione in classifica il Lecce la meritasse già in altre occasioni, noi crediamo di si, ma sappiamo tutti che il mese di aprile, in questo campionato di serie B a 19 squadre, è quello decisivo. Quindi meglio essere in testa adesso piuttosto che alla prima giornata, ad esempio. Il Lecce ora ha il compito più arduo, cioè quello di mantenere la posizione di vertice, andrebbe bene anche il secondo posto, fino alla fine del torneo. Si sa che stare all'opposizione (rincorrere la vetta) è più facile, perchè non si hanno responsabilità. Governare (essere i leader della classifica), invece, è difficilissimo perchè si ha moltissimo da perdere e tutti gli altri vogliono lo scettro. Già domenica a Cremona, da capolista, sapremo come il Lecce riuscirà a metabolizzare questi risultati fantastici che stanno facendo sognare il Salento e non solo. Intanto, proprio mentre vi stiamo scrivendo, il Palermo ha perso a Pescara e come per magia il Lecce va a più quattro punti proprio dai siciliani che occupano la terza posizione ed a sei dal Verona che occupa la quarta. Un turno infrasettimanale dolcissimo. Ora testa alla Cremonese, con umiltà e consapevolezza. I giallorossi avranno un seguito di pubblico numeroso e non saranno da soli, così come non lo sono mai stati.
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