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Nelle ultime settimane in casa Lecce si è parlato a lungo della fatidica “quota trenta”, il magic number indicato da Liverani come il target da raggiungere entro la fine del girone di andata per poi poter aspirare ad ambiziosi obiettivi nel girone di ritorno. Possiamo dire “obiettivo centrato”, richiamando lo slogan della promozione dalla C alla B, perché il Lecce è arrivato al giro di boa del torneo al quarto posto in classifica, con esattamente trenta punti, equamente distribuiti fra casa e trasferta. Un dato quest’ultimo singolare, perché fisiologicamente le squadre rendono meglio fra le mura amiche piuttosto che in trasferta. Ed infatti il Lecce è l’unica squadra della Serie B, assieme al Carpi, ad avere un ruolino di marcia casalingo non migliore rispetto a quello in esterna. Del resto sin dalle prime battute del campionato si sono decantate le gesta di un Lecce “formato trasferta”, che lontano dal Via del Mare viaggia ad una media di quasi due reti fatte a partita e che in questa speciale classifica dei match esterni è secondo solo al Palermo. Una classifica che cambia laddove si prendono in considerazione le sole gare casalinghe, e che vede il Lecce scivolare addirittura al tredicesimo posto con quindici punti, frutto di quattro vittorie, tre pareggi e una sconfitta. Così non basta, o meglio, potrebbe bastare per fare un campionato tranquillo, ma arrivati a questo punto i giallorossi non possono più tirarsi indietro e devono necessariamente lottare per mantenersi aggrappati ai piani alti della Serie B, con la prospettiva di giocarsi la promozione con squadre di grande blasone e che, a differenza dei giallorossi, hanno individuato l’obiettivo dichiarato della Serie A sin dall’estate, avendo fatto un calciomercato faraonico con numeri inavvicinabili per una neopromossa costretta a rigide regole dal punto di vista economico come il Lecce. Arrivati a questo punto i giallorossi sono chiamati ad alzare l’asticella, ad andare oltre i propri limiti per continuare nel loro percorso di crescita, provando a puntare sempre più in alto. Il primo aspetto sul quale bisogna puntare per fare meglio è proprio il rendimento in casa, e le ultime sfide casalinghe al Via del Mareil trend sembra essere indirizzato nel verso giusto. Dopo il passo falso contro il Palermo, la truppa di Liverani ha inanellato dieci punti in quattro partite, con tre vittorie contro Crotone, Cremonese e Padova ed un pareggio contro il Perugia. Uno dei buoni propositi per il 2019 dovrà essere continuare su questa strada, perché se da un lato per fare un campionato di vertice è necessario tenere un passo veloce in trasferta, d’altro canto bisogna trasformare il proprio stadio in un fortino inespugnabile per gli avversari. Soprattutto se si pensa che nel girone di ritorno il Lecce giocherà in casa contro Brescia, Pescara, Hellas Verona, Benevento e Spezia, ovvero cinque delle prime otto squadre in classifica generale che presumibilmente si giocheranno fino all’ultimo la promozione diretta ed un posto nei Playoff. Il Via del Mare, dal punto di vista della del calore verso la squadra non delude mai, e con quasi diecimila spettatori di media a partita è un catino che spinge i giallorossi verso la vittoria in ogni match casalingo. Giocare in un palcoscenico così caldo senza dubbio non esenta da pressioni la squadra chiamata sempre a far bene davanti ai propri tifosi, ma costituisce al tempo stesso una spinta ulteriore e decisiva che dà la forza agli uomini in campo per gettare il cuore oltre l’ostacolo e portare a casa in tre punti, per andare sempre più in alto, verso quello che era solo un sogno ad inizio stagione e che può e deve diventare un obiettivo concreto dopo un girone d’andata straordinario come quello trascorso.
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